Porta Castello presenta un contrafforte sulle mura di nord-est.
Nei pressi del Castello sorgeva la porta omonima. La porta, detta “del Castello”, è certamente stata quella di maggior importanza, perché posta all’inizio della strada che conduceva a Trani. Possiamo supporre che questa fosse inserita nel gruppo di porte della cinta muraria voluta da Pietro il Normanno nell’XI secolo. Ci sono giunti pochi documenti che citano Porta Castello. Compare per la prima volta in alcune formelle risalenti al XV secolo. Era raffigurata come un semplice varco nelle mura privo di difese, a differenza delle altre porte cittadine. Possiamo supporre che le difese apposte al castello contiguo sarebbero bastate a proteggere entrambe le strutture. Nel 1799 Porta Castello fu uno dei principali teatri degli scontri tra la città e le truppe francesi che conquistarono Andria. Nel tardo Ottocento la città si stava sempre più ampliando oltre la cinta muraria medievale. Per questo motivo il Decurionato (una sorta di moderna amministrazione comunale) ordinò la demolizione di questa ed altre porte, compresa Porta S. Andrea. Una delibera del 1847 ordinò la definitiva demolizione della porta, lasciando intatte le altre.
Fonte: https://www.domus-re.it/porta-castello/
Porta Sant’Andrea presenta un contrafforte sulle mura verso ovest.
La denominazione Sant’Andrea alla zona è dovuta alla tradizione che vuole che da quella porta fosse uscito l’apostolo Andrea che era venuto in Andria con il fratello San Pietro per portare la parola del Vangelo. La porta, con un piccolo iniziale fòrnice, fu ingrandita e rinnovata nelle strutture nell’anno 1593, come attestato sia dalla data su di essa incisa sia dall’impianto tardo-rinascimentale; successivamente, nel 1770 furono fatte delle aggiunte barocche come oggi si possono vedere sulla sommità. Ulteriori restauri sono stati fatti nell’Ottocento e, grazie ad essi, oggi possiamo ancora ammirare uno degli ultimi baluardi delle antiche mura di Andria. Sotto l’arco di Porta Sant’Andrea, si trova una pittura ad olio su lastra di zinco, in cornice di legno affissa, antica ma non facilmente databile, sulla quale è rappresentato il Salvatore nelle vesti del risorto in procinto di ascendere al cielo; il dipinto è attorniato da numerose piccole croci votive recanti incisa una data. Nel 2012 l’Amministrazione Comunale ha provveduto a far restaurare le croci e l’affresco dall’artista Valerio Iaccarino.
Fonte: http://www.andriapp.it/index.php?com=player&task=scheda&id=25
Detta anche Porta di Federico, secondo la leggenda fu edificata dai Normanni e ricostruita dagli Svevi intorno al 1230.
Di essa scrive Vincenzo Zito nel sotto citato studio su “L’antica Porta del Castello di Andra”:
«La porta di S. Andrea è l’unica delle porte urbiche sopravvissuta. Si apre sul lato ovest della città, nel letto della lama Ciappetta, e da essa partiva la vecchia strada per Canosa. Da questa porta si accedeva anche alle “fornaci di S. Lorenzo” ed infatti è conosciuta anche sotto il nome di “Porta delle fornaci”. La porta attuale è il risultato della ricostruzione eseguita nel 1593, in conseguenza del ritrovamento dell’immagine di S. Maria dei Miracoli (D’Urso, 1842, pag. 141), anno inciso al disopra della chiave di volta dell’arco frontale. Nulla sappiamo della precedente porta tardo medievale, aperta forse con l’ampliamento delle mura che sarebbe avvenuto dopo il XIII secolo. La porta attuale, in chiaro stile rinascimentale, è formata da una parte basamentale in leggero bugnato e da un secondo livello scandito da quattro paraste. Nelle specchiature tra le paraste sono visibili le tracce lasciate dalla presenza di tre stemmi, dei quali non ci sono pervenute notizie o descrizioni, neppure relativamente alla data della loro rimozione. Forse lo stemma centrale, di maggiori dimensioni, riportava l’arma dei Carafa, duchi di Andria al tempo della costruzione della porta. …»
[testo tratto da “L’antica Porta del Castello di Andria” di V. Zito, 2a ed. dell’Autore, 2014, pagg.30-34]
Questo il testo del D’Urso, richiamato da Vincenzo Zito nella su riportata citazione:
“Anni 1582. …
Non è da trasandarsi una osservazione sulla Porta delle Fornaci, o sia di S. Andrea.
Trovandosi essa in questo tempo molto deteriorata, e quasi collabente, si pensò da questa Università rifarla; anche per la comodità del traffico accresciuto a motivo della fondazione del Monistero de’ Benedettini di S. Maria de’ Miracoli.
Siccome tale ristauro, o riforma successe nel 1593.; così si segnò questo millesimo, il quale è molto posteriore a quello di Federico II., senza ripetere il primo: mentre quello esametro: «Andria Fidelis nostris Affixa medullis» pronunciato dall’Imperatore in uscendo di qui, stava già con lettere grandi inciso sull’antica porta colla indicazione dell’anno 1230.”
[testo tratto da “Storia della Città di Andria” di R. D’Urso, tip. Varana, Napoli, 1842, Libro VII, cap. IV pagg. 140-141]
Fonte: AndriaArte
“La Porta Nuova, detta anche ‘del Carmine’, è stata l’ultima ad essere aperta e, contrariamente a quanto riferito dalla storiografia locale, non solo non risale affatto all’epoca della fondazione della città ma neppure esisteva nel 1552 al momento dell’acquisto di Andria da parte dei Carafa. Con ogni probabilità essa fu aperta nella prima metà del ‘700 per favorire l’accesso al santuario della Madonna dell’Alto Mare. (…) Anche questa porta fu inesorabilmente demolita nell’800, alcuni anni dopo la demolizione di Porta la Barra.”
[testo tratto da “L’antica Porta del Castello di Andria” di V. Zito, 2a ed. dell’Autore, 2014, pagg.35-36]
Porta la Barra si trova a sud. Nel primo Ottocento (1822), la porta fu abbattuta, in quanto ritenuta “opera inutile e nociva”, in vista di un ampliamento urbanistico intorno al Convento di Santa Maria Vetere e per una più adeguata “veduta e areazione della piazza”, nonché nella previsione di un progetto di strada intercomunale Andria – Canosa e di un raccordo con la “strada mediterranea” che congiungesse Andria con il porto di Barletta, dopo esser partita da Canosa con destinazione Noci. In questo largo fuori le antiche mura del borgo antico non vi è più alcuna traccia né delle mura medievali, né della porta d’accesso, che rappresentò uno snodo di grande traffico agro-commerciale, seconda solo a piazza Catuma.
Inoltre possiamo trovare alcuni resti della cinta muraria, come:
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